giovedì 7 dicembre 2017

Liete Novelle: Animosity di Marguerite Bennett e Rafael de Latorre (Recensione)

ANIMOSITY

Buongiorno e bentrovati amici di Everpop! Stamane mettete da parte la vostra umanità e date libero sfogo al vostro istinto con Animosity di Marguerite Bennett e Rafael de Latorre.


ANIMOSITY di Marguerite Bennett e Rafael de Latorre
                                                                                                                  
EDITORE: Saldapress | GENERE: Apocalittico
 PAGINE: 120pp | TITOLO ORIGINALE: Animosity #1
USCITA: 15 dic 2017 | PREZZO: € 14,90 | EBOOK: 
                                                                                                                  

TRAMA

Un giorno, senza motivo, gli animali si svegliano e iniziano a pensare e a parlare. Da quel momento inizia la loro vendetta. Il mondo precipita nel caos e si scatena una guerra tra gli animali, divenuti più intelligenti rispetto a prima, e gli esseri umani, completamente spiazzati dalla nuova situazione. Nel bel mezzo del conflitto che si è appena scatenato, una ragazza di 11 anni di nome Jesse e il suo cane Sandor, che si è sempre occupato di proteggerla, iniziano un viaggio pieno di insidie alla ricerca di Adam, il fratellastro di Jesse, che vive a San Francisco. Un viaggio indimenticabile.

MY POINT OF VIEW
                                                                          
                                                 

Vi siete mai chiesti quanto può essere difficile stupire una persona, o meglio un lettore in particolare? Chiaramente è una prova difficilissima, soprattutto se contemporaneamente l’autorice deve riuscire a catturare l’attenzione del lettore e farlo appassionare con la sua storia. Riuscirci poi con una storia come Animosity, che si incentra tutto sul fatto che “gli animali parlano e ragionano” è ancora più difficile…eppure l’autorice ci riesce senza alcun problema, grazie a sviluppi degni del miglior regista in circolazione.

L’apocalisse si ripresenta al mondo, ma stavolta non ha il volto putrefatto degli zombie ne quello mortifero delle guerre nucleari o delle pestilenze. Niente guerre ne malattie bizzarre, stavolta a portare l’apocalisse…sono gli animali. Sembrerà strano eppure è proprio così, ad impersonare il ruolo di Cavalieri dell’Apocalisse sono proprio alcune tra le bestie più indifese che ogni giorno ci circondano e ci accompagnano. Dopo quello che viene definito Il Risveglio, gli animali iniziano improvvisamente a parlare e ragionare, proprio come i fedeli compagni di vita, gli umani. Inizia, come c’era da aspettarselo, la vera e propria rivoluzione, una “guerra” per il ripristino della giustizia e dell’ordine, che per tanti anni veniva gestita dai soli esseri umani, gli unici ad avere una propria volontà e capacità di scelta. Agli animali viene quindi affidato il ruolo di carnefice e carcerario, quel ruolo che per tanti anni è stato quello degli umani, loro padroni; impugnano armi, creano schieramenti, danno vita a veri e propri regimenti e si organizzano per la loro rivoluzione, proprio come i bipedi che riescono a sopraffare e ingabbiare. Gli ordini vengono ribaltati e “ristabiliti” e tutto viene posto sullo stesso piano.

In questo contesto si muovono i due protagonisti della serie Jesse, una ragazzina orfana di genitori ed il suo fidato cane e amico Sandor, un fedele Bloodhound pronto a tutto pur di proteggere la sua padroncina. I due partono all’avventura con una missione: raggiungere la California per far ricongiungere Jesse e suo fratello.

L’autrice trascina il lettore all’interno della storia sin dalla prima pagina, senza preamboli e senza premesse, lo catapulta in un mondo conosciuto eppure incredibilmente cambiato, un mondo spietato in cui la cattiveria viene amplificata, mentre la violenza regna indiscriminata tra uomini ed animali. L’introduzione però non è nulla in confronto all’intera storia contenuta in questo primo volume, una storia che si impadronisce completamente del lettore, e della sua attenzione, pagina dopo pagina. Questa è senza dubbio una storia nuda e cruda, una storia spietata priva di alcuna censura, non tutta incentrata però sulla questione degli animali e della loro inaspettata coscienza. All’interno della storia infatti, circondata da grandi e spietate ombre, brilla una flebile ma resistente fiammella, generata dalla fiducia e dall’amicizia, quella tra i due protagonisti.

Ho trovato affascinante il rapporto che intercorre tra Sandor e Jesse, l’incrollabile legame basato sulla fiducia e sulla lealtà che unisce due personalità così particolari eppure così diverse. La serietà del cane e l’innocenza della bambina sembrano quasi cozzare tra loro, eppure allo stesso tempo sembrano essere fatti l’una per l’altra, due anime destinate a stare insieme sin dalla nascita. Il loro legame è il fulcro dell’intera opera, il vero e proprio catalizzatore che da forza all’intera storia, la linfa vitale della storia e dei personaggi stessi, che insieme brillano di una luce unica nel loro genere.

Dietro una grande storia come questa ci sono chiari e saldi studi, che si palesano attraverso citazioni e riferimenti. Il più immediato, quello che sin dalle prime pagine mi si è palesato davanti agli occhi è quello a “La fattoria degli animali” di George Orwell, che sembra essere un vero e proprio caposaldo per una storia come questa, nella quale gli animali hanno un certo spessore, ma ancor di più sembra averlo la loro voce e la loro coscienza. Non sono tanto gli animali a stupire quanto invece le loro azioni e le loro scelte, e le differenze che intercorrono tra i vari soggetti e le varie specie, alcune delle quali sembrano mutare del tutto, dopo aver abbandonato l’atteggiamento pacifico al quale siamo abituati, in cambio della più spietata aggressività. Il romanzo di Orwell viene quindi ripreso e trasfigurato in chiave moderna, attraverso uno stile distopico/apocalittico che ricorda serie come The Walking Dead e idee semplicemente geniali.

Ad accompagnare la Bennett c’è Rafael de Latorre, vero e proprio maestro dei disegni, che riesce a dar un volto alla paura e al timore ed una voce all’ansia e al terrore. Il concetto di base secondo cui “non ci sono differenze tra le razze” viene chiaramente ripreso ed espresso dall’autore attraverso i suoi disegni ed il suo bestile, che da grande importanza all’espressività degli animali, che la maggior parte delle volte risulta essere molto più incisiva rispetto a quella degli umani, i quali sembrano quasi aver abbandonato la loro emotività. Le tinte cupe e oscure che caratterizzano l’opera vengono però interpretate dall’autore attraverso una linea morbida e delicata e una tavolozza di colori chiari e caldi, che sembrano quasi evocare le illustrazioni contenute nei libri per bambini.


Ho straparlato vero? Be’ questo primo volume mi ha letteralmente lasciato senza parole e senza fiato, sorprendendomi dalla prima all’ultima pagina. Ora sta a voi lasciarvi sorprendere. Pronti?
See you soon! -Lewis

1 commento :

  1. Mi incuriosisce davvero troppo! Credo possa piacermi tanto ! Recensione top ;)

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